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Italia e Criptovalute: tutto quello che devi sapere

Non c’è alcun dubbio come il rapporto tra risparmiatori e finanza sia notevolmente cambiato nel corso degli ultimi vent’anni. Ed un nome, meglio di altri, ha reso possibile questa evoluzione, da intendersi per lo più in eccezione estremamente positiva: trading online, ovvero effettuare operazioni di compravendita nei mercati finanziari in autonomia e sfruttando i canali remoti come smartphone, pc o tablet.

Anche l’Italia, in tal senso, non ha fatto eccezione. Ed oggi, si stima che almeno il 55% degli investitori italiani utilizza il trading online per allocare i propri risparmi, spesso in affiancamento al “tradizionale” consulente finanziario. Un successo, quello del trading online, dovuto a diversi aspetti, anche se è inutile negare come quello economico sia predominante: le commissioni pagate allo sportello, infatti, in molti casi sono superiori al 300%; talvolta, oltretutto, le operazioni eseguite online sono gratuite.

Oltre la metà dei risparmiatori italiani investe tramite il trading online

Oltre all’aspetto commissionale, operare nei mercati finanziari tramite la grande rete telematica consente di poter acquistare o vendere titoli in “real time”, ovvero alle condizioni presenti in quel determinato momento sul mercato di riferimento. Un aspetto che, non di rado, viene meno effettuando operazioni di compravendita allo sportello bancario, dove le perdite di tempo, dai minuti necessari per raggiungerlo sino a quelli d’attesa prima di essere ricevuti dal consulente, può ledere significativamente sulla convenienza dell’operazione.

A maggior ragione in un contesto, come quello attuale, dove la volatilità è estremamente elevata e l’opportunità di acquistare o vendere un titolo finanziario può mutare anche nell’angusto spazio di pochi minuti. Il trading online, però, ha avuto senza alcun dubbio un grande pregio: aumentare gli asset fruibili dai risparmiatori. Alcuni di questi, oltretutto, hanno avuto un grande successo, diventando nell’arco di un decennio estremamente famosi.

Il caso più eclatante, a tal proposito, è rappresentato senza alcun dubbio dalle criptovalute. Sul tema specifico, tuttavia, esiste un po’ troppa confusione, complice anche la poco alfabetizzazione finanziaria presente nel nostro paese. Le criptomonete non sono un investimento sicuro, vista la loro volatilità in questo periodo. Se stai cercando dei metodi per investire con rischi abbastanza contenuti, anche poche migliaia di euro, allora ti consiglio di leggere l’articolo di prestitimag.it (che trovi qui: https://prestitimag.it/come-investire-1000-euro/).

Italiani e Cripto: solo un quarto dei risparmiatori ha investito almeno una volta in una moneta digitale

Il rapporto tra italiani e criptovalute, d’altro canto, è abbastanza conflittuale. I risparmiatori nostrani sono stati storicamente viziati dai rendimenti dei titoli di stato italiani, che offrivano rendimenti elevati a scadenze brevi senza assumersi, di fatto, alcun rischio. Da diversi anni, oramai, lo scenario è mutato radicalmente. E la maggioranza degli italiani, pur accettando di assumersi qualche rischio in più, non sembrano particolarmente propensi alla sottoscrizione di titoli, come le criptovalute, a rischio particolarmente elevato.

Secondo una recente indagine, tuttavia, almeno un italiano su quattro ha acquistato nel corso dell’ultimo decennio delle criptovalute, col Bitcoin, la più famosa moneta digitale del mondo, a farla da padrone. A rivolgersi a questo asset finanziario così evoluto sono stati, nella maggior parte dei casi, gli under 40, ovvero quella generazione cresciuta a “pane, nutella e internet”, che rappresentano quasi il 60% del mercato italiano delle criptovalute e vedono in esse lo strumento monetario del futuro.

Se questi strumenti saranno, effettivamente, il futuro, è ancora lungi dall’essere certo. E dopo un decennio in cui le criptovalute sono cresciute esponenzialmente, il trend sembra essersi invertito. La causa principale di questa inversione di tendenza è rappresentata dal deciso cambio di politica monetaria attuato dalle banche centrali, che hanno iniziato a stringere i cordoni della liquidità dopo averli significativamente allentati per oltre un decennio.

Secondo alcuni analisti, il fenomeno delle cripto si è autoalimentato grazie all’ingente liquidità riversata in questi anni sui mercati, creando una sorta di bolla che, nei prossimi anni, è destinata ad esplodere. Altri, invece, sostengono che quanto sta avvenendo attualmente sia un fenomeno quasi fisiologico: il -45% fatto registrare da novembre 2021 a maggio 2022 dal Bitcoin, ad esempio, è assai contenuto se paragonato al rendimento a tripla cifra percentuale fatto registrare negli ultimi cinque anni.